Imab Group SpA è pronta per vaccinare i suoi collaboratori

“Non ho avuto alcuna esitazione: ho messo a disposizione gli spazi della nostra azienda per la campagna vaccinale, saranno pronti ad accogliere i nostri collaboratori, i loro familiari, se serve anche i cittadini di Fermignano”. Alberto Bruscoli è Amministratore Delegato di Imab Group, 800 addetti per 10 unità produttive tra Fermignano e Canavaccio, che producono arredamento per la casa e per i canali della gdo, del retail e del contract. È stato uno dei primi imprenditori marchigiani a dare risposta positiva alla mappatura voluta da Confindustria per identificare i siti idonei alla campagna di vaccinazione. “Dal giorno della sua nascita, la nostra è un’azienda pensata come un soggetto sociale a responsabilità economica”, sottolinea con orgoglio il giovane imprenditore che ha raccolto questa attenzione al territorio dal fondatore e nonno Antonio e da suo padre Gianfranco.
L’ad non riesce però a sorridere: “Siamo pronti, abbiamo tutto per poter partire in perfetta sicurezza, ma mancano le dosi”. Un problema nazionale, anche alla luce delle nuove mancate consegne annunciate ieri da AstraZeneca.

I passaggi
Per arrivare a essere pronti in casa Imab hanno fatto tutti i passaggi necessari. Il primo è legato alla disponibilità degli spazi. Sarà messo a disposizione, per tutto il tempo necessario, uno stabile di oltre 300 mq in via Metauro, dotato di servizi igienici, di ascensore per facilitare l’accesso anche alle persone anziane e di un ampio parcheggio che rende agevole la gestione del flusso in entrata e in uscita dalla struttura. Per garantire il massimo standard di sicurezza è a disposizione l’infermeria interna, attrezzata per garantire un eventuale primo intervento, mentre all’esterno vigilerà il personale della croce rossa.
Non ultimo, per coordinare la somministrazione dei vaccini ci sarà il medico del lavoro: “Ci siamo parlati, abbiamo ascoltato i suoi consigli, è stato di una disponibilità unica ed è grazie a lui che abbiamo chiuso il cerchio”, dice Bruscoli. Un esempio per i tanti medici del lavoro (quasi due su tre nelle Marche, ndr.), che preferiscono dichiararsi non competenti sul fronte delle vaccinazioni nelle imprese.

Senso di responsabilità
La vaccinazione dei lavoratori di Imab sarà “assolutamente su base volontaria, senza nessuna forzatura da parte della proprietà”. Un impegno che è stato ribadito nei giorni scorsi alle organizzazioni sindacali, con le quali il dialogo in questi mesi si è identificato. Bruscoli si dice comunque fiducioso “in un’ampia adesione”, perché gli 800 collaboratori interni “sono soprattutto madri e padri di famiglia responsabili”.

E proprio in prospettiva di una partecipazione molto larga alla campagna vaccinale (in oltre 700 hanno già espresso la loro volontà di vaccinarsi in azienda), l’ad, anche mettendo a frutto alcuni suggerimenti del medico aziendale, ha ipotizzato di scaglionare il calendario delle vaccinazioni: “Dobbiamo prevedere che ci possano essere delle reazioni alle dosi – spiega –, che richiedano dei giorni di assenza dal lavoro”. Ecco, dunque, la necessità di un calendario che tenga conto sia di chiudere il doppio ciclo di vaccinazioni nel più breve tempo possibile, ma anche della necessità che la produzione non subisca un blocco.

La città in fabbrica
Quello di Imab diventa così un modello di azioni e relazioni da esportare a livello nazionale, anche rispetto alla sua appendice, che risponde a quell’idea di “azienda come soggetto sociale” pensata e realizzata dalla famiglia Bruscoli. L’ultima iniziativa per il territorio è di qualche mese fa: un impianto di trigenerazione ultramoderno, che ogni anno consentirà una diminuzione dei consumi energetici e delle emissioni annue di 590 tonnellate di CO2. L’equivalente di bosco assorbente da 100 ettari.
“E ora siamo pronti a mettere i nostri spazi per garantire la vaccinazione dei cittadini di Fermignano – dice entusiasta l’amministratore delegato -. Con il sindaco Feduzi è bastato guardarsi negli occhi e capire che questa è una strada condivisa e percorribile velocemente”. Sperando che con la stessa velocità arrivino i vaccini.

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