In Imab riflessioni su come il prodotto sia oggi il frutto di un processo guidato dalle pratiche di utilizzo delle persone.
Si è svolto presso la sede di Imab Group il quarto appuntamento del ciclo Rinascimenti, parte del progetto di celebrazione del cinquantesimo anno di attività dell’azienda. L’incontro, dal titolo “Dal Prodotto all’Esperienza”, ha indagato i possibili scenari per mettere in pratica processi che mirano a proporre al mercato non prodotto in sé ma un prodotto che si fa esperienza, frutto di un’attenta analisi del sentire del consumatore, dei suoi comportamenti e delle sue necessità.
Un incontro per indagare gli scenari futuri su prodotto, design e comunicazione.
Sono intervenuti Mirco Carloni Direttore vendite Electrolux, Michela Bacchi Head of product line Kitchen Italy Electrolux, Francesco Faccin e Harry Thaler, entrambi Product designer e docenti alla LUB di Bolzano.
Dopo i saluti di Alberto Bruscoli, Amministratore Delegato di Imab Group, che ha sottolineato l’importanza di questi incontri come occasioni per ricordare le radici storiche aziendali e il loro sviluppo nel tempo, per fermarsi a riflettere sulle ragioni e le spinte al cambiamento che la contemporaneità richiede e sulle strade da percorrere nei prossimi anni, ha aperto la conversazione il moderatore del dibattito Jonathan Pierini, Direttore dell’ISIA Urbino, con un focus sul ruolo della comunicazione rispetto al prodotto e di come questo sia cambiato nel tempo: «la comunicazione non ha più il mero obiettivo di mostrare e far conoscere il prodotto e le sue caratteristiche tecniche prima del suo lancio nel mercato, ma interviene in tutte le fasi del processo produttivo, si fa conversazione aperta e continua con le audience di riferimento, una narrazione dai tempi dilatati che produce contenuti e crea relazioni e racconta di visioni e valori non esclusivamente legati al prodotto, ma ai mondi e all’ecosistema di riferimento».
È poi intervenuto Mirco Carloni che ha raccontato come nei suoi cento anni di attività Electrolux, da azienda industriale metalmeccanica con la sua esperienza storica, si sia trasformata in una che pone il consumatore al centro della sua ragion d’essere e del processo produttivo. «L’ascolto del consumatore, dei suoi bisogni, e la raccolta della sua esperienza sono diventati fondamentali nell’ideazione di un prodotto che migliori la sua vita ogni giorno, nel mondo professionale e in quello quotidiano e casalingo». Prosegue poi la sua collega Michela Bacci la quale pone l’attenzione al processo attraverso il quale in azienda si studiano nuovi prodotti e si sperimentano nuove tecnologie: «Una delle nostre fortune più grandi è quella di poter indagare le pratiche dell’utilizzo dei nostri prodotti nel settore professionale e da lì poter trasferire e declinare l’innovazione raggiunta nell’uso e nel consumo domestico. I dati e le riflessioni scaturite dall’ascolto e dallo studio di esperienze reali che il consumatore vive ogni giorno, dall’analisi suo comportamento e dei suoi desideri, ci guidano nello sviluppo di novità da proporre al mercato».
Faccin riflette invece sulla figura del designer e sulla necessità della relazione nella sua pratica, della imprescindibile ricerca dell’altrove che si concretizza nel confronto e nella contaminazione tra professionalità e ambienti diversi che stimolano una riflessione sulla metodologia del designer e sulla propria attività e proattività. Il designer è oggi un attore sfuggente ma anche un catalizzatore di discipline perché «è fuori dall’industria ma allo stesso tempo è la spia che porta in azienda quello che ha captato e ha sentito per strada, è la figura che richiama l’attenzione dell’imprenditore su temi importanti che a questo sfuggono perché impegnato nell’ottimizzazione della produzione o nella gestione del personale, ma che invece oggi non possono essere ignorati dalla politica produttiva e dalla comunicazione aziendale: l’attenzione all’ambiente e l’attenzione all’uomo».
Introducendo Thaler, Pierini sottolinea «l’importanza del progetto come strumento per la creazione di contenuti: «non è più sufficiente pensare al prodotto singolo ma è importante lavorare sulla ricerca e la divulgazione di contenuti che affermano una presa di posizione verso alcuni temi che stimolino interesse e aprano un canale di comunicazione con gli utenti». Canale e condivisione di intenti che però devono essere per prima cosa attivi tra designer e produttore, come ci indica Thaler. Il designer altoatesino, che reinterpreta e unisce le metodologie tradizionali a processi più sperimentali, attraverso il racconto dei suoi progetti sposta l’attenzione al processo di ideazione e realizzazione del prodotto, e racconta di quanto sia importante che questo venga condiviso con chi quel progetto lo realizzerà, che sia artigiano o imprenditore.
L’incontro si è chiuso con l’affermazione della necessità di creare e intessere relazioni che possano configurarsi come scambio continuo di esperienze lato produzione e lato consumo, al fine di portare sul mercato un prodotto che risponda ad esigenze concrete e che sappia veicolare contenuti autentici.
Oggi, che siamo in una fase di transizione del rapporto tra prodotti e servizi, è più che mai importante ragionare in maniera collettiva al fine di instaurare un dialogo e attivare uno spazio di relazione alimentato da visioni diverse che raccoglie intenti e bisogni di designer, imprenditori e consumatori per un nuovo manifesto del prodotto nel contesto contemporaneo.